BORGOROSE. Alla scoperta di Borgorose.
di Renato Gioja.
Negli anni ’80 noi pendolari da Tivoli verso Roma potevamo anche prendere un autobus proveniente da Borgorose che passava circa alle 6,45 con una variabilità di orario più che giustificata dalla distanza che percorreva (circa 80 Km.). Infatti Borgorose è un paese in provincia di Rieti ma situato a confine con l’Abruzzo per cui il percorso per Roma era la viabilità tiburtina transitando per Tivoli. Per noi pendolari era una fortuna perché l’autobus arrivava quasi vuoto. I viaggiatori che erano già sull’autobus a malincuore si spostavano dal doppio sedile che avevano occupato nel loro lungo viaggio.
Incontrai di nuovo Borgorose dopo alcuni anni perché la zona era interessata dalla costruzione della superstrada Rieti-Torano ed io ero coinvolto in alcune elaborazioni tecnico-contabili che riguardavano quel tratto di superstrada. Fu l’occasione per ricordare a me stesso il pendolarismo da Tivoli e quell’autobus che spesso ci rendeva meno stressante il viaggio.
Trascorsero altri gli anni quando un conoscente mi parlò della possibilità di acquistare una stalla da ristrutturare in un paese in provincia di Rieti e, guarda caso, si trattava proprio di Borgorose. Ancora Borgorose! Andai quindi a conoscere questa zona per me estranea e notai che già all’uscita dall’autostrada, al casello di Valle del Salto, era un mondo diverso. Si respirava un’aria diversa, un ambiente diverso, la grande città con i suoi problemi era già dimenticata e quel panorama dove svettava il monte Velino bianco di neve era tutto da esplorare. Così ebbe inizio la mia conoscenza diretta con questo antico paese che nella sua parte alta “agliu monte” era scolpito nella montagna con le case addossate alla roccia. A chiusura della parte alta, la superstrada ora fa da cornice riportando lo sguardo alla modernità ma lo fa quasi con discrezione, solo una fessura orizzontale nella parete verde.
La struttura della ex-stalla che mi veniva proposta era robusta ma ritenni di rinforzarla, in parte, con griglie metalliche ed i lavori furono impegnativi ma alla fine inaugurammo questa nostra casa. Eravamo ora entrati nel mondo dell’IMU, la tassa comunale per le seconde case, ma eravamo comunque soddisfatti anche perché avevamo contribuito a portare lavoro in quel paese che cominciava ad esserci familiare.
La nostra era la casa più alta del paese essendo l’ultimo fabbricato in cima a Via Piedimonte, una bella salita per una posizione che offriva indipendenza e riservatezza nei nostri weekend sereni. Potevano stare sdraiati al sole o andare in gita al vicino Lago del Salto e, se fossimo stati amanti della neve, i campi da sci di Campo Felice non erano lontani. Il paese era piccolo e c’era la tipica piazzetta con la fontana centrale, l’Ufficio Postale, la farmacia, le scuole, una banca, un supermercato, una nota fabbrica di birra. Non lontano ci dicevano esservi anche un casaro che produceva un tipico formaggio genuino ed a buon prezzo. Borgorose d'estate diventa popolata come non mai con il rientro degli “emigrati” le cui famiglie, finite le scuole, tornano nelle case paterne per trascorrere le vacanze. D’estate il Comune realizza feste e concerti in piazza mentre la fabbrica di birra attira migliaia di visitatori. Per la parte culturale, in località Corvaro vi é anche un piccolo museo con antichi reperti archeologici dell'area del Cicolano. Altro che Roma caotica, qui si conoscono tutti, la cordialità é sovrana. In conclusione posso dire che Borgorose si è proposta a me più volte, quasi a chiamarmi per distrarre me e la mia famiglia dalla grande città per capire quanto sia sereno e salutare un bel soggiorno in una località che fa della natura il suo prodotto migliore.