La strage di Cesena - Racconti, cultura, collezionismo, articoli

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LA STRAGE DI CESENA del 1377 (Sacco dei Bretoni)


Purtroppo nella Storia occidentale é impressionante dover constatare quanto le religioni abbiano influito sulla formazione e sulla vita delle persone. In particolare l’affermazione dei dogmi e l’educazione ad essi sin dalla giovane età sono stati l’arma per mantenere una supremazia morale che presto si è però trasformata in potere. Del potere e delle deviazioni della religione cristiana è ricca la Storia europea, un potere papale che per secoli è stato pari a quello di un Re e forse maggiore perché trasversale ai Regni. Ancora peggio è stato quando questo potere è diventato istituzionale con la formazione addirittura di uno Stato della Chiesa. E’ appunto in questo scenario si colloca la storia che vogliamo raccontare e che riguarda l’eccidio operato dai Bretoni, al soldo del Papa, nella città di Cesena. La vicenda risale alla fine del 1300 quando in previsione del trasferimento della sede papale da Avignone a Roma fu necessario ripristinare l’ordine nel territorio dello Stato della Chiesa (che si estendeva sull’intera fascia dell’Italia centrale compresa Toscana ed Emilia) eliminando le autonomie che si erano create. Per fare ciò il Papa aveva assoldato un contingente di Bretoni con il compito di contrastare ogni tentativo di sottrarsi all’autorità papale, come era successo a Bologna che era infatti sotto assedio. Proprio per questo assedio, Cesena aveva offerto spazi ai Bretoni che lì si erano accampati benché non ben visti dalla popolazione perché stranieri (francesi) e per le prepotenze attuate in particolar modo per l’accaparramento di cibo. Fu a seguito di una lite intervenuta tra i Bretoni ed alcuni macellai che scoppiarono gravi tumulti con centinaia di morti da parte dei Bretoni che dovettero ritirarsi nella cittadella fortificata. Per sedare la rivolta, il comandante degli eserciti pontifici in Italia, cardinale Roberto di Ginevra, inviò a Cesena un altro contingente di mercenari il cui intervento fu risolutivo anche per l’impegno di non inveire contro la popolazione se si fosse arresa. Deposte le armi, invece fu attuato uno sterminio indiscriminato che durò tre giorni mentre violenze e stupri si protrassero per alcuni mesi. Si parla di 4-5.000 persone uccise e la città di Cesena fu poi distrutta. Tutto normale ed anzi dopo qualche mese il cardinale Roberto di Ginevra fu eletto Papa (Clemente VII) e fu colui che dette inizio allo scisma d’occidente. Questa è indubbiamente una narrazione priva dei dettagli, un semplice accenno storico, ma è indicativo di quanto sia facile che un’idea spirituale possa diventare potere materiale e strumento omicida. Oggi non è più così ma benché non esista uno Stato della Chiesa ampio come allora, con l’avvento di Papa Leone XIII e la sua enciclica “Rerum novarum” (1891) si può dire che il potere ecclesiastico sia ritornato sotto altra forma spostando l’attenzione verso il sociale e la partecipazione politica. Una nuova veste che ancora una volta ha deviato la religione dalle origini, una religione che parla meno di spirituale ma è attenta ai nuovi spazi di presenza.
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