I missili a Cuba.
un ricordo di Renato Gioja
Cuba era
stata governata da Fulgencio Batista fino alla rivoluzione armata che nel 1959 vide
Fidel Castro instaurare un sistema egualitario ispirato ai valori marxisti. La
ribellione ad un sistema che aveva destinato l’isola verso il turismo più abbiente
ed i relativi interessi ma che nulla dava al benessere popolare ebbe inizio nel
1953 per poi arrivare alla vittoria nel 1959. Lo sconvolgimento di quel sistema
poteva restare un fatto interno, forse anche tipico di quelle zone, ma assunse
valore rilevante nel momento in cui Castro avvicinò la nuova Cuba all’area
sovietica generando un pericolo per gli U.S.A. che mai avevano avuto una
minaccia così vicina ai loro confini. Fu attuato un tentativo di rovesciare il
governo di Fidel Castro attraverso uno sbarco armato di fuoriusciti cubani che,
dopo tre giorni di combattimento, furono però respinti. Si trattò di un
maldestro piano d’invasione affidato alla CIA che ancora oggi viene ricordato
come lo sbarco della Baia dei Porci. Una figuraccia. Peggio fu quando dalle
ricognizioni aeree fu scoperto che sull’isola si stavano costruendo rampe per
il lancio di missili sui quali, tra l’altro, potevano essere montate testate nucleari. Era il 1962 quando comprai un giornale per la prima volta e lo feci
perché si stava verificando un momento davvero grave col rischio concreto di una
possibile ed imminente guerra mondiale. Il presidente Kennedy aveva illustrato
in seduta pubblica internazionale l’esistenza delle installazioni missilistiche
accusando duramente l’Unione Sovietica di attentare agli Stati Uniti e
denunciando che vi erano navi russe in rotta verso Cuba per la fornitura di
missili. Lo scontro era imminente perché gli U.S.A. avevano già creato uno sbarramento
navale per impedire il passaggio verso l’isola e sarebbe bastato anche un singolo
atto di guerra per avviare le reciproche ritorsioni. Si erano levati in
volo i bombardieri B52 con il loro armamento nucleare per un’azione contro la
Russia e giravano nei cieli senza sosta e con rifornimento in aria. Qualsiasi nave si fosse
avvicinata a Cuba sarebbe stata respinta ma le navi sovietiche non avevano
nessuna intenzione di fermarsi. Fu un atto di forza spinto al massimo. Fortunatamente
non successe nulla e le navi sovietiche fecero retromarcia ma tutto il mondo si
rese conto di quanto fosse pericoloso quel clima di tensione continua che ormai
da anni vigeva tra i due blocchi. Si seppe poi che l'episodio di Cuba era in contrapposizione al programma di potenziamento delle basi missilistiche della NATO in Italia ed in Turchia e che avrebbe ripristinato quell'equilibrio tra le parti che era garanzia per il mantenimento della pace. Benché fosse una pace sostenuta dalle armi era comunque un dissuasore
della guerra.