Terremoto Irpinia 1980 . Note finali - Racconti, cultura, collezionismo, articoli

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Ing. G. Castellano. Il terremoto in Irpinia del 1980. NOTE FINALI di R. Gioja
La tragedia del terremoto nell’Irpinia del 1980, in relazione alle possibilità tecnologiche disponibili in quel momento, poteva essere affrontata con interventi di soccorso singolarmente efficaci e ben distribuiti mentre fu quella l’occasione per scoprire l’assenza di un coordinamento generale che potesse dare efficienza alle specifiche iniziative. Già c’è da constatare che in quell’epoca i mezzi d’informazione erano ormai diffusi dappertutto e un primo allarmante segnale di incertezza furono le iniziali notizie sul terremoto che non veniva descritto nella sua vera entità e delle cui conseguenze si sapeva poco. La testimonianza dell’ing. Castellano e la sua attiva partecipazione ai soccorsi ci fa comprendere la realtà dei fatti e pone l’interrogativo di quante iniziative similari vi saranno state e quante vite umane si sarebbero potute salvare se vi fosse stato un coordinamento generale dei soccorsi. L’Italia non era certamente nuova ai terremoti ma si aspettò quell’evento così disastroso per dare attuazione alla legge del 1970 che istituiva la Protezione Civile, come ebbe a dire anche il Presidente Pertini. Abbiamo letto dell’intervento dell’ing. Castellano, Dirigente dell’Impresa Ferrocemento SpA di Roma che, trovandosi in loco per la costruzione della Diga di Conza, non ha esitato a mettere a disposizione della comunità i mezzi aziendali, la propria capacità di analisi della situazione, la sua esperienza organizzativa nonché la propria attitudine al comando fino a diventare il protagonista riconosciuto delle operazioni di soccorso assumendo a sé le responsabilità connesse al coordinamento totale benché non sorretto da uno specifico incarico. Dalla cronaca raccontata si evince come dalla constatazione iniziale delle distruzioni e delle vittime l’ing. Castellano sia passato all’esortazione all’intervento verso gli abitanti superstiti ed infine la decisione di assumere un ruolo di coordinamento stante l’assenza degli apparati pubblici. Dai tanti episodi descritti emerge l’amore per il prossimo, il dispiacere nel sapere dei colleghi e dei conoscenti deceduti, l’intenso impegno quotidiano fino a scoprirsi digiuno e senza voce alla fine delle giornate. Nell’ultima parte del suo intervento l’ing. Castellano ha inteso illustrare quali potrebbero essere gli interventi in caso di disastri similari e le loro modalità di attuazione. Ci sembrano ottimali e speriamo che siano coincidenti con la metodologia attuale prevista dalla Protezione Civile.
Un ringraziamento all’ing. Gianfranco Castellano per questa sua partecipazione a questo sito web con una cronaca così dettagliata e ricca di episodi.
Renato Gioja.
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