La vita raccontata con i titoli di opere letterarie. (Totonno da Venafro)
Antonio M. (Totonno), da Venafro, propone il racconto della vita attraverso i titoli di opere letterarie. Un testo che va oltre la semplice simpatica lettura.
.... e così canùto mi avvio verso "Il Giardino dell'Eden" scorgendo "L'Ombra delle fanciulle in Fiore", con il "Rosso e Nero" del crepuscolo che fa capolino tra le alte "Cime Tempestose". "L'Ombra del Vento" mi annusa i pantaloni portandomi indietro "Alla Ricerca del Tempo Perduto". Al contempo l'unico rumore scandito è dato dal suono del "Pendolo di Foucault" mentre ignaro del destino combatto interiormente il mio conflitto tra "Guerra e Pace".
Dalla "Scogliera" Il faro proietta la sua "Luce sugli Oceani" scorgendo "l'Orizzonte Perduto" di un colore "Gialloparma" e tutto riporta alle antiche origini della "Vita" facendomi sentire "Uno, Nessuno e Centomila". "La Vita contro la Morte", l'unica cosa della quale si riconosce la propria razionalità solo quando ci si imbatte in un qualsiasi necrologio che riporta "Il fu Mattia Pascal" e alla quale sorte nessuno di noi può sfuggire mentre con "Malavoglia" ci si chiede “Per chi suona la Campana”. Così tutto ritorna al proprio posto lasciando spazio alla "Notte dell'Oblio" in una sorta di autocommiserazione della propria "Coscienza di Zeno", struggendosi come i "Dolori del Giovane Werther", iniziando il "Viaggio al Termine della Notte" lievitando come un "Un gioco dell'Angelo".
Allora i ricordi scorrono veloci come “La Ragazza del Treno” vede la propria esistenza scivolare via in una “Commedia Divina” fatta di “Sabbia” e “Anime di Vetro”, tutto scandito da “Tre Orologi d’argento”. E sul “Punto del non ritorno” che si scopre inconsapevolmente di essere “Un Uomo” che ha vissuto ignaramente "Cent'anni di Solitudine" e che probabilmente l'unica cosa che lascia è "la propria Assenza".
Totonnno.