Terremoto Irpinia 1980 parte 3^ - Racconti, cultura, collezionismo, articoli

Vai ai contenuti
Logo sito web
Ing. Gianfranco Castellano. Il terremoto in Irpinia del 1980. (parte 3^).
 

Prosegue il coordinamento delle operazioni di soccorso da parte dell'Ing. G. Castellano il quale sollecita le autorità statali ad intervenire. Questa parte delle memorie va da martedì 25 novembre a venerdi 28 novembre 1980. E’ stata scritta dopo qualche anno per cui le date possono essere diverse, ma i fatti indicati sono quelli descritti.
---------------------------------
Martedì 25 novembre
Arrivano altri tecnici del cantiere Ferrocemento ed operai per aiutare. Organizzo subito delle squadre di soccorso con autogru e camion per intervenire rapidamente a seguito delle segnalazioni che sarebbero pervenute anche se ormai si tratta essenzialmente di estrarre i morti dalle macerie. Ordino che nei giorni dell’emergenza (3-4) i soccorsi effettuati non vengano neppure annotati rimandando la questione al seguito. A seguito della mia richiesta, la mattina presto arriva nell’area del cantiere un grosso elicottero dell’esercito che preleva i pochi feriti che si trovavano ancora in attesa. Altri superstiti di Conza sono sistemati nelle baracche metalliche occupando gli alloggi per gli operai trasfertisti. Ogni famiglia ha così avuto una stanzetta. Per garantire le comunicazioni, organizzo delle postazioni lungo le strade con persone dotate di radio telefono e opportunamente distanziate. Arriva in cantiere Pietro Zoppi, giovane geometra impiegato nei lavori della diga, unico superstite della famiglia di cinque persone. Abitavano in una casa sita nello scalo ferroviario di Conza a qualche centinaio di metri dal cantiere. Racconta che é salvo perché uscito dalla finestra nel corso della scossa mentre sedeva a tavola con tutta la famiglia per la cena. Nonostante fosse stravolto per la disgrazia era venuto in cantiere per aiutare. La mensa improvvisata ora prepara pasti per tutti
Mercoledì 26 novembre
Coinvolto totalmente in tale disastro, dimentico completamente di andare alla consegna dei lavori per la costruzione della Diga sul fiume Metramo, a Reggio Calabria, per la quale avevo una procura. Trattavasi di un appalto da 64 miliardi di lire vinto dalla FELOVI (Ferrocemento, Lodigiani, Vianini). E’ una grave inadempienza contrattuale. Verrò scusato ufficialmente e la consegna viene ufficialmente posticipata ai primi di gennaio del 1981.
L’ex sindaco di Conza, prof. Raffaele Farese, ospite del cantiere, mi chiede un paio di guanti. Gli chiedo a che gli servono “Devo andare ad estrarre il corpo di mio figlio sepolto sotto le macerie di casa“, mi dice. L’esercito posiziona una cucina da campo presso il cantiere per fornire pasti caldi a tutti. Gruppi di volontari cominciano ad insediarsi presso il cantiere, sono medici, ragazzi e ragazze, arrivano da tutta Italia e aiutano come possono pieni di tanta buona volontà. Tra gli altri viene per alloggiare in cantiere con la famiglia il rag. Giuseppe Rodia, impiegato del cantiere, salvo per pochi minuti perché al momento del terremoto era in auto con la famiglia e stava rientrando a casa, a Lioni e, mentre guidava, ha avuto la sensazione di aver forato tutte le quattro ruote assieme. La sua abitazione a Lioni, un appartamento in un palazzo, è ridotta in macerie di qualche decimetro di spessore. Cominciano ad arrivare da tutta Italia soccorsi in quantità, specialmente generi alimentari e vestiario. Passo la giornata a coordinare gli aiuti ed a cercare di esaudire le richieste di vario genere che pervengono da ogni parte, anche da paesi vicini. Il campanile della Chiesa di Cairano è pericolante, vi sono animali sepolti vivi nelle stalle, vi sono feriti ancora incastrati sotto le macerie che non si riescono ad estrarre. Ricordo un abitante di Conza che mi chiede di aiutarlo. Il padre, ferito, era stato trasportato all’ospedale di Battipaglia e lì è deceduto. Per riportare il corpo a Conza una ditta privata di pompe funebri del posto gli aveva chiesto un milione di lire e lui, ovviamente, non aveva modo di reperirli in quel disastro. Ne parlo con un alto ufficiale dell’esercito, presente in loco, e gli chiedo di mandare un camion dell’esercito per il trasporto. Acconsente ed infatti lo fa.
Giovedì 27 novembre
Viene in cantiere a prendermi una macchina della Polizia stradale per portarmi a Lioni dove è arrivato in elicottero Sandro Pertini, il Presidente della Repubblica. Gli dico che non posso andarci a causa dei numerosi impegni (ho veramente molto da fare) ed anche perché mi sembra un inutile esibizionismo, una passerella. Oggi mi accorgo di aver sbagliato anche per il rispetto verso il Presidente Pertini. Arriva da Roma un collega dirigente nella Ferrocemento, ing. Riccardo Bonasso, con l’ordine del comune capo, ing. Paolo Bruno, di rientrare immediatamente in ufficio a Roma. Vede la situazione e mi dice che gli spiegherà che è necessaria ed indispensabile la mia presenza in loco. Giunge notizia che a Teora i soccorsi sono difficilissimi perché il paese è molto arroccato (alcuni corpi non verranno mai ritrovati) ed è ora un cumulo enorme di macerie. L’ex sindaco di Conza, prof. Raffaele Farese, mi chiede l’autorizzazione per usare i locali della mensa per una riunione con i superstiti del paese di Conza. Gliela concedo immediatamente. Alla riunione partecipa il nuovo sindaco Felice Imbriani. In cantiere si installano dei radioamatori che trasmettono via etere i messaggi per la richiesta di aiuti di cui c’è bisogno. Non cesso mai di parlare da giorni e divento completamente afono e, dopo una visita, un gruppo di medici mi dicono di “darmi una calmata”. Pertanto incomincio a scrivere biglietti. Arrivano giornalisti vari, tra cui ricordo Giovanni Russo del Corriere della Sera, e mi intervistano con tante domande. Molti giornali pubblicano corrispondenze da Conza della Campania (Corriere della Sera, Il Tempo, il 24 Ore, la RAI …). Arriva un’autocolonna dell’esercito composta da decine di camion carichi di 20.000 razioni viveri (principalmente spinaci in scatola). La colonna dei camion intasa la strada. Faccio scaricare i viveri nei locali della nuova stazione FS che stavamo costruendo e che non aveva subito danni. La sera chiedo ad una macchina della polizia di accompagnarmi alla Prefettura di Avellino insieme assieme al Sindaco Felice Imbriani che ho invitato a venire con me per denunciare il caos e la mancanza della presenza dello Stato. Andiamo in Prefettura e siamo ricevuti nella sala riunioni. Ai presenti dico che si sta scatenando il caos... paesi senza viveri mentre camion carichi di viveri non sanno a chi portarli, e così per gli altri generi. Gli autisti, sfiniti, scaricano il tutto in aperta campagna. Tutta l’Italia sta mandando aiuti in quantità enorme. Mi chiedono cosa avrebbero dovuto fare. Dico loro che, essendovi tre strade per entrare nel cuore dell’Irpinia (da Sud Canosa, da Est e da Ovest Contursi, la quarta da Nord è interrotta) avrebbero dovuto organizzare tre posti di blocco con auto della polizia per identificare il materiale in arrivo e comunicarlo alla Prefettura che li avrebbe destinati ove necessario secondo le richieste pervenute dai Comuni. Gli chiedo inoltre se sanno quanti sono gli abitanti del “cratere” dell’Irpinia perché dai 54.000 bisogna togliere i 3.000 morti e le migliaia di feriti evacuati. Stanno quindi arrivando soccorsi spropositati senza nessuno che li coordini. E’ il caos più totale.
Venerdì 28 novembre
Alcuni miei dipendenti, con radiotelefono, mi avvisano che sta passando sulla Ofantina una autocolonna di pompieri che viene da Venezia con destinazione Sant’Angelo dei Lombardi. Dico di fermarli …..ed  arrivo. Parlo col comandante e gli dico “A Conza ancora non si è visto dopo 5 giorni un solo pompiere…. è vergognoso per tutta l’Italia, se la sono dimenticata forse…“. Mi ascolta e manda un’auto in ispezione a verificare la situazione. Al ritorno della pattuglia distacca, su sua iniziativa, una sezione di pompieri per quel che resta di Conza dove ci sono ancora morti da estrarre dalle macerie. Giunge la notizia che il Presidente Pertini ha destituito il Prefetto di Avellino. Arriva un gruppo di camion della Marina Militare da Taranto con sei grosse tende da campo. Il Capo colonna chiede di me per avere indicazioni dove montarle. Arriva anche una struttura ospedaliera da campo, completa di sala operatoria, inviata dall’Ospedale San Camillo di Roma. Un aiuto un po’ tardivo! Ormai i feriti sono stati tutti evacuati ed infatti cureranno solo un soccorritore con una gamba fratturata. Mi giunge notizia che nei paesi vicini vi sono ancora alcune persone incastrate sotto le macerie e si tenta in tutti i modi di estrarle. Arriva un gruppo di militari da Roma che allestisce un campo. Viene a trovarmi un componente del gruppo, un operaio specializzato di nome Guglielmo Candelori, e mi chiede se sono il figlio del colonello Giovanni Castellano. Gli dico di si …da militare era stato subalterno di mio padre, morto nel 1957.
Abbiamo attrezzato gruppi di scavo della Ferrocemento nei paesi vicini (Lioni, Cairano…) con i mezzi disponibili per recuperare i morti sotto le macerie che erano ancora tanti. A Lioni hanno operato altri dipendenti della Ferrocemento tra cui l’ing. Antonio d’Andrea, l’ing. Tommaso Dammacco e l’assistente Mario Livigni …. più altri. Iniziamo a sistemare un’area provvisoria all’incrocio dell’Ofantina con il bivio per Andretta per allocare i prefabbricati che per anni formeranno l’insediamento provvisorio di Conza. La scelgo d’accordo con il Sindaco Felice Imbriani che firma una ordinanza di requisizione dell’area. Arriva un camion con 600 coperte mandate in dono dalla sig.ra Piccinini, moglie del Presidente della Ferrocemento ing. Fernando Piccinini. A noi non sono utili perché ne abbiamo a sufficienza ma, avendo ricevuto una richiesta da Sant’Andrea di Conza, le smistiamo in quella località dove ne sono sprovvisti. Arriva un vice prefetto di Avellino, forse di nome Squarcia, partecipa ad una riunione che stavo tenendo nella sala riunioni delle baracche del cantiere. Alla fine della riunione gli vorrei dare le consegne. Mi dice però che lui va via subito. Gli chiedo chi resta a coordinare il tutto. Mi dice, C’è Lei, lo fa così bene…. Gli rispondo che io non sono nessuno, non ho l’autorità per farlo.… Lei lo può fare perché c‘è l’emergenza, … Chi mi dice quando finisce l’emergenza…se ne accorgerà ……….e va via. La sera tardi parto per Roma perché sono stato chiamato in ufficio. Lungo l’autostrada dopo Napoli fermo una pattuglia della polizia stradale dicendo da dove vengo ed a cui chiedo se possono aiutarmi a rientrare a casa a Roma in quanto sono distrutto dalla stanchezza. Gentilmente mi aiutano. Rientro a Conza il martedì 2 dicembre dove resto fino al 22 dicembre. Lunedì 1 dicembre lo passo nella sede della Ferrocemento a Roma.
Di seguito indico solo dei fatti salienti accaduti nel periodo dal 2 al 22 dicembre non esposti in ordine cronologico.
Arrivano nelle zone terremotate numerosi rappresentanti di altri Comuni italiani, quasi tutti della Toscana e dell’Emilia, che offrono supporto ai paesi terremotati attraverso i propri uffici tecnici. Non si occupano di soccorsi alle persone, oramai effettuati, salvo approntare delle mense   e distribuire stampe di partito, ma assistono i Comuni anche per la stipula di contratti per l’approvvigionamento dei prefabbricati. In questa operazione c’è un coordinamento ben preciso, forse politico, che li ha indirizzati con precisione per cui ogni Comune aveva già un Comune da gemellare. A Conza svolge tale compito il Comune di Bologna. A Napoli si insedia la struttura di nuova creazione per la Protezione Civile presieduto dall’onorevole Zamberletti con aiutante il dottor Prost. La prima ordinanza che arriva in zona, forse la 108, ordina di uccidere tutti i cani. Così viene ucciso il nostro cane del cantiere…. ( morti ma non sepolti ). A Lioni dopo otto giorni viene estratto vivo sotto le macerie un bambino di otto anni, compagno di scuola di mio figlio Giovanni in prima elementare. Portato in elicottero in ospedale a Napoli, purtroppo dopo qualche giorno muore. La Protezione Civile affida alla Ferrocemento la realizzazione dei piazzali per l’insediamento dei prefabbricati e l’esecuzione delle infrastrutture di sette Comuni (Conza della Campania, Sant’Angelo dei Lombardi , Cairano , Calabritto , Caposele,……. ). Giunge notizia che la giunta comunale (i superstiti) del Comune di Sant‘Angelo dei Lombardi ha approvato all’unanimità che i lavori per la costruzione dei piazzali per l’insediamento dei prefabbricati siano affidati alla Ferrocemento. Il Parroco della Chiesa di Piazza dei Giochi Delfici a Roma mi incarica di portare in dono al Parroco di Conza un altare mobile. In Irpinia ad un certo punto possono circolare solo i mezzi di soccorso, i residenti ed i mezzi che portano la scritta Ferrocemento. Arrivano aiuti dall’Italia e dai paesi Europei, Germania in primis, e Società Autostrade. Solo dopo un mese verso il 20 dicembre viene per una visita in zona Zamberletti forse a Calabritto. Nel piazzale approntato per Conza montiamo un grosso prefabbricato dal quale il giorno di Natale trasmette la RAI-TV.
Trascorsi ormai 15 giorni, giunge la notizia che a Caposele è stato rinvenuto il corpo di una persona che si può dire sia stata la più sfortunata vittima del terremoto. Viveva negli USA ed era tornato a Caposele il 23 novembre per rivedere la propria casa abbandonata da anni, forse per venderla. Era stato colto dal terremoto appena entrato rimanendo sotto le macerie ma nessuno lo aveva cercato perché quella casa era notoriamente abbandonata da anni e solo dopo giorni dagli Usa erano state chieste sue notizie per cui erano state attivate le ricerche. Le sorgenti di Caposele, che alimentano l’Acquedotto Pugliese, nel periodo antecedente al terremoto hanno diminuito la portata in modo sensibilissimo. La diga in costruzione aveva complessivamente resistito bene, salvo alcuni interventi di rispristino. Infatti il rilevato della diga (già costruito fino alla prima banca), come già detto, si era inclinato di 15 cm per abbassamento differenziato del piano di fondazione e non aveva avuto conseguenze. I viadotti della Variante ferroviaria hanno sobbalzato trasversalmente in misura diversa ma non cadendo però dalle pile. Sono stati in seguito riposizionati.
Sul viadotto Ofanto della Variante Stradale le campate si sono ammassate longitudinalmente chiudendo i giunti verso una spalla. Sono state riposizionate. La Casa di Guardia, lesionata fortemente ma non crollata, è stata ricostruita. La galleria Pavoncelli si è fratturata per una faglia e sono stati necessari successivamente grossi interventi per assicurare l’acqua in Puglia. E’ stato creato dalla Cassa per il Mezzogiorno, l’Ufficio speciale EIP (Emergenza Idrica Puglia) ed ad agosto del 1982 è intervenuta la Snam che ha costruito, con il supporto della Ferrocemento per le opere civili, un by-pass composto da una condotta idrica di grosso diametro ed una potente stazione di pompaggio per dare continuità al flusso durante i lavori nella galleria.
Una mia breve riflessione sull’emergenza
L’esperienza vissuta mi fa dire che l’elicottero è il mezzo più adatto per intervenire in zone estese con paesi medio e piccoli colpiti da catastrofi simili e per assicurare soccorsi rapidi ed immediati. In effetti bisogna intervenire il più rapidamente possibile ….minuti, ore, non bisogna “aspettare” come invece mi fu detto. La rapidità dell’intervento fa la differenza. Quando accade un incidente stradale si aspettano forse ore per soccorrere le persone coinvolte? Per la differenza di qualche minuto vi possono essere persone ferite che muoiono dissanguate o soffocate sotto le macerie.
Una constatazione sulle azioni di soccorso più immediate per aree similari.
 Gli elicotteri portano e scaricano i soccorritori attrezzati ed autosufficienti (pompieri, militari, addetti alla protezione civile, medici, infermieri) dalle zone limitrofe indenni. Ripartono e portano via i feriti verso gli ospedali con una spola continua. L’esercito nei soccorsi è fondamentale. A tal fine ogni piccolo Comune sito in zona sismica deve disporre ed attrezzare uno o più spazi per l’atterraggio degli elicotteri con illuminazione autonoma per l’atterraggio notturno. Le strade infatti non sempre sono percorribili a causa di crolli, dissesti e frane. Solo dopo che ci sarà la praticabilità delle strade, da fare con urgenza, potranno arrivare i mezzi di scavo. Tutto questo va organizzato e predisposto prima, non si improvvisa nel momento del terremoto
Alcuni riconoscimenti.
Sono state numerose mie interviste rilasciate ai maggiori giornali italiani tra cui Il Corriere dell Sera, Il Tempo, Il sole 24 ore.
Nel 2020 , per iniziativa della sig.ra Giuseppina Tufano, bambina al momento del terremoto, ora facente parte, come Consigliera, della Amministrazione Comunale di Conza della Campania ho ricevuto assieme ad altri il seguente attestato  dal Sindaco sig. Luigi Ciccone  firmato il   giorno 23 novembre del 2020 (nel 40° anniversario).



Questa la mia risposta del 28 novembre 2020.
All ‘Egregio  Sig  Sindaco Del Comune di Conza della Campania, Sig Luigi Ciccone, e tutta la Giunta Comunale.
Con la presente la voglio ringraziare, per l’attestato-ricordo,che la Comunità Di Conza della Campania, da Lei rappresentata ha voluto consegnare a tutti coloro che, impegnati nella costruzione della diga, si prodigarono nell’assistere la popolazione superstite al cataclisma  che la sera del  23 novembre 1980 devastò l’Irpinia. Eravamo presenti, come dipendenti dell’impresa Ferrocemento SpA, per la costruzione della diga e fu doveroso aiutare in tutti i modi chi era nell’estremo bisogno e questo lo imponeva anche il senso di umanità   che è alla base della vita in una comunità civile. Ho personalmente un ricordo molto vivo dei fatti. Il fatto che dopo 40 anni vi ricordiate di noi  è una apprezzabile  testimonianza  della vs riconoscenza che i decenni trascorsi non ha cancellato . Delle 182  vittime di Conza, otto  lavoravano in diga tra cui ricordo il geom Angelo Petrozzino, il rag Raffaele Farese  e l’operaio Cappetta. Un grazie particolare alla prof.ssa Giuseppina Tufano che si è impegnata a rintracciare nomi ed indirizzi. Auguro alla Comunità tutta di Conza della Campania, oramai da tempo risorta, un prospero e sereno futuro. Ing. Gianfranco Castellano. La Maddalena 28 novembre 2020
Infine 6 novembre 2021 sono andato a Conza per ringraziare

Ing. Gianfranco Castellano
Pulsante vai a elenco
Torna ai contenuti